giovedì 23 giugno 2011

Gostiona Kaneta

Taverna

Nova Cesta 60, 51410 Opatija (RI) Tel: +385 051 712222
Chiuso: //
Orario: //
Ferie: //
Coperti: 50
Prezzi: 20 euro a persona
Carte di credito: //



Avevamo letto di questo ristorante su diversi siti internet prima di partire per la nostra vacanza, ne parlavano come un locale in cui si poteva assaggiare la cucina tipica locale, ma che era un po' fuori dal giro turistico, ideale per noi, quindi la prima sera eravamo abbastanza sicuri di finire a mangiare qui. Abbiamo prenotato tramite la gentile signora multilingue dell'ufficio del turismo, anche se abbiamo poi scoperto che saremmo potuti andare senza prenotazione, visto che c'eravamo solo noi e un'altra coppia, a parte gli avventori locali che bevevano come dei forsennati discutendo animatamente nella piccola terrazza antistante all'entrata.
Come dicevo prima, è fuori dal circuito turistico, infatti si trova sulla strada che unisce Rijeka con Pula per capirci, da cui poi si scende verso i vari paesi come Opatija; ci si può arrivare anche a piedi volendo, ma la strada all'andata è tutta in salita e io, con pancione al seguito, ho gentilmente declinato l'offerta. Siamo arrivati senza grossi problemi, visto che si trova sulla strada principale su un incrocio vicino al grande supermercato Billa del paese, l'unico neo è stato il parcheggio, che non c'è e quindi ci si deve arrangiare con quello che si trova intorno. Se andate la sera non parcheggiate nel parcheggio del Billa perchè poi rischiate che vi chiudano la macchina dentro dopo l'orario di chiusura.

Il locale è molto semplice, pulito e ben tenuto, peccato solo per la posizione proprio su un incrocio piuttosto trafficato.
La scelta è ricaduta sulla carne, che qui preparano in moltissimi modi: io ho scelto quella al pepe verde, mentre Elia quella al tartufo, specialità locale e consigliata nel menù. Prima però abbiamo voluto provare i fuzi, che è un tipo di pasta fatta in casa, che qui venivano proposti come antipasto, conditi con formaggio e tartufo. La carne, in particolare quella di Elia, era molto molto buona, mentre per la pasta...bè è una pasta fatta da dei croati e noi siamo italiani, che giudizio volete che gli dia?? Comunque da provare, sorpattutto per il condimento: il tartufo infatti, anche se non particolarmente forte, è però molto buono e, forse proprio perchè più leggero rispetto a quello che si è abituati, si adegua ai palati di tutti.
Non abbiamo poi potuto dire di no al dolce: Elia strudel di mele, io strudel di ciliegie, che qui però vengono sempre tradotte come amarene. Buoni entrambi, ma niente di eccezionale, per chi come me mangia strudel da quando è nata!
Il tutto è stato annaffiato da un litro di acqua naturale e una buona birra croata per un prezzo di 282 kune, che più o meno sono circa 40 euro, più caro rispetto ad altri locali, ma decisamente più particolare...e poi mangiando tartufo! Decisamente non sono prezzi che troveremmo facilmente in Italia!

Alla prossima ricerca del porcello contento!

mercoledì 8 giugno 2011

Konoba - Ribarnica Volosko

Taverna
A. Štangera 5, 51410 Volosko - Opatija (RI) Tel: +385 051 701483
Chiuso: domenica sera
Orario: dalle 09:00 alle 22:00 (in inverno un'ora prima) domenica dalle 10:00 alle 15:00
Ferie: //
Coperti: 20 + 20 all'aperto in estate circa
Prezzi: economici, si paga a seconda del peso come in pescheria
Carte di credito: nessuna


Come ho spesso sottolineato, io non amo il pesce, ma andando a fare un weekend sulla costa croata non potevo sperare di non mangiarlo nemmeno una volta, quindi, facendo base a Opatija, abbiamo scelto la vicina Volosko per cercare un posticino dove anche mio marito potesse essere accontentato.
Volosko è una località di pescatori ed è meta di moltissimi turisti che fanno base nei dintorni, ma scelgono Volosko per farsi una buona scorpacciata di pesce. Di locali ce n'è davvero tanti, noi abbiamo scelto questa piccola taverna grazie a una nota guida e devo dire che non ci ha delusi.
La caratteristica principale di questa posto è che tu arrivi al banco dove è esposto tutto il pesce e decidi quale farti cucinare e come (alla griglia o fritto); ci sono poi degli antipasti caldi o freddi e i contorni, sempre esposti che possono accompagnare la portata principale.
Si scende poi in una stanzetta piccola dove i tavoli sono molto attaccati uno all'altro, fortuna che noi eravamo soli, e si aspetta ciò che si è scelto. In alternativa in estate vengono messi alcuni tavolini sulla strada.

Noi abbiamo scelto due antipasti freddi: entrambi abbiamo scelto insalata di polipo, a cui io ho aggiunto un'isalata di patate, mentre Elia delle alici marinate. L'uso dell'aglio è altissimo quindi se non vi piace state all'occhio, ma non solo qui, direi in tutta la zona!
Come piatto principale abbiamo preso calamari e gamberi alla griglia, a cui Elia ha aggiunto delle sarde fritte. Il piattone era veramente gigantesco, io ho apprezzato in particolare i calamari, mentre i gamberi erano un po' troppo forti per i miei gusti. Ovviamente anche qui aglio a gogò!
Di contorno un bel piatto di patate fritte e un'insalata mista e da bere acqua e una birra.

Il prezzo è un altro punto a favore di questa taverna, infatti non credo si discosti molto dal prezzo di una qualsiasi pescheria, viene anche conteggiato a peso, e sullo scontrino potrete controllare tutto. Noi abbiamo speso in totale 200 kune ossia poco meno di 30 euro (28,60 euro circa), che per una cena di pesce direi piuttosto abbondante è un prezzo davvero notevole!
Non c'è la possibilità di pagare con carte di credito o bancomat, ma vengono accettati gli euro, come in molti altri locali.

Alla prossima ricerca del porcello contento!

mercoledì 4 maggio 2011

Antica osteria dell'oca

Trattoria
Via Emilia, 358 40068 San Lazzaro di Savena (BO)
Tel: +39 051 6257478 - +39 335 402160 Web: http://www.anticaosteriadelloca.it/ email: info@anticaosteriadelloca.it
Chiuso: sabato a pranzo, domenica sera e martedì
Orario: dalle 12.00 alle 15 e dalle 19.30 alle 22
Ferie: //
Coperti: 40
Prezzi: per un pranzo (o cena) completo 30 euro circa escluse bevande
Carte di credito: tutte



Girovagando su internet alla ricerca di un posto dove andare a mangiare prima della partenza per Rodi da Bologna, ci siamo imbattutti in diverse ricette che non conoscevo di una delle cucine regionali italiane migliori in assoluto (almeno dal mio punto di vista). Una di queste, la cotoletta alla bolognese, ormai conosciuta da pochi, ci ha portato a scoprire questa piccola trattoria che ancora la serve.

Entrando in questo vecchio casolare restaurato che si affaccia su una via piuttosto trafficata che attraversa la località di san Lazzaro in Savena, ci si trova di fronte a una piccola saletta dove sono disposti i pochi tavoli. Lo spazio è davvero poco, ma tutto è stato posizionato in modo tale da dare maggior comfort possibile agli avventori.
Noi avevamo prenotato, perchè avevamo visto su internet la capienza del locale, ma alla fine potevamo anche fare a meno, perchè c'erano diversi tavoli liberi.
Nel rimanente spazio sono stati incastrati la zona della cassa, i bagni e la cucina, da dove s'intravede un'enorme tavola per pasta e da cui escono effluvi e aromi di cibo, che mi riportano alla mente i miei due anni passati a Ravenna.
Siamo stati serviti per tutto il pranzo da quello che penso fosse il padrone, un simpatico bolognese, affabile come solo la gente di questa regione sa essere, ma mai invadente.

Avendo già scrutato il menù su internet, non abbiamo avuto bisogno di molto tempo per scegliere e quindi siamo partiti subito con il bis di pasta, che viene fatto per minimo due persone, formato da tagliatelle all'ortica condite con prosciutto crudo e ravioli di faraona al tartufo nero, questi ultimi davvero sublimi (l'Emilia Romagna è la regina delle paste ripiene!), i primi invece me li aspettavo un po' più saporiti, dell'ortica infatti avevano praticamente solo il colore.
Per quanto riguarda il secondo non poteva che essere il motivo del nostro approdo qui: la cotoletta alla bolognese, ossia una cotoletta impanata e fritta nello strutto, con formaggio e prosciutto cotto sopra passata poi un attimo nel forno; che già a dirla così sembra pesante, se poi aggiungete che è davvero enorme...fortuna che ce la siamo smezzata! Comunque assolutamente da provare, perchè è davvero ottima. Abbiamo accompagnato la cotoletta con un contorno di verdure gratinate (che a dir la verità non mi hanno entusiasmato molto) e cicoria in padella. I contorni sono stati la parte del pranzo che hanno un po' abbassato la media del locale, sono infatti piuttosto cari e, almeno quelli che abbiamo assaggiato, nemmeno chissà che. A onor del vero la specialità della casa sono le patatine fritte (che possono anche essere condite con aglio), delle chips portate su quella carta assorbente marrone, che fa molto rustico, che dall'odore e dall'aspetto dovevano essere davvero eccezionali, ma dopo il bis di primi e la cotolettona, proprio non ce la siamo sentiti di aggiungerci ancora altro fritto, anche perchè io sapevo di volere assolutamente il dolce.
Su internet infatti avevo letto un dolce che assolutamente non potevo non assaggiare, una goduria che racchiude tutto quello che mi fa impazzire: la maialata...e già il nome...formata da una fetta di torta di cioccolato letteralmente affogata in una crema di mascarpone simile a quella del tiramisù. Solo a leggere questa ricetta pensavo di svenire, quando poi l'ho assaggiata ancora di più! Goduriosa è dir poco!! Certo un filino pesante, soprattutto dopo la cotolettona, ma sapevamo che questo pranzo non sarebbe stato propriamente light.

La spesa totale, aggiungendo un quartino di vino, una bottiglia di acqua naturale e un caffè, è stata di 65 euro, diciamo un ristorante nella media, non economico, ma nemmeno eccessivamente caro. Contate poi che noi abbiamo mangiato davvero tanto e che comunque il prezzo delle varie portate, a parte i contorni, è più che corretto in rapporto anche alla loro qualità.
Assolutamente consigliato quindi, io poi ci devo tornare e assaggiare quelle chips, che mi hanno fatto una gola!

Alla prossima ricerca del porcello contento!

martedì 21 settembre 2010

7 St.Georges tavern

Trattoria
Anthypolochagou Georgiou Savva, Yeroskepos, Paphos
Tel: +357 06 963176 - 655824 - 675173 Web: http://www.7stgeorgestavern.com/ email: info@7stgeorgestavern.com - 7st_geor@spidernet.net
Chiuso: //
Orario: //
Ferie: //
Coperti: almeno una cinquantina nella terrazza esterna (in estate è aperta solo quella)
Prezzi: 17 euro per il meze (menù intero di piccole portate) escluse bevande e dolci
Carte di credito: tutte

Cipro non mi ha attirato molto enogastronomicamente parlando, però come sempre c'è un'eccezione e questa eccezione è il 7 St. Georges Tavern.
Situata in un piccolo paese alle porte della turistica Paphos, questa taverna è quasi nascosta, come a voler rimanere il più lontano possibile dal turismo di massa che spopola in questa zona di Cipro. Ci abbiamo messo un po' a scovarla, chiedendo per ben tre volte indicazioni, e neppure passandoci davanti ci siamo accorti che sotto quelle viti c'era l'entrata del 7 St. Georges. Alla fine facendoci manovra proprio davanti siamo stati attirati dalla colorata insegna, per fortuna in tempo visto che avevamo già deciso di cercare altro e io avevo in mano la nostra fedelissima Lonely Planet per trovare un degno sostituto.


Entrando già si capisce che questo posto è differente: una casa vecchia in pietra, dal forte odore di formaggio, come fossimo in una latteria, insieme a molti libri e oggetti antichi ci hanno dato il benvenuto nella saletta d'ingresso. Camminando verso l'odore di cibo e il rumore di persone che mangiano, ci ritroviamo nella terrazza, o meglio, in quello spazio antistante la casa e coperto da una pergola di viti, dove ci sono i tavoli, un vasca in pietra, fiori e un sacco di gatti che sonnecchiano placidamente aspettando qualche bocconcino succulento.
Sembra un altro mondo.

Veniamo subito accolti da un ragazzo che ci fa sedere a un tavolo per due, vicino a quello che abbiamo poi scoperto essere George (e come poteva chiamarsi sennò?!) il padrone di casa, che subito ci chiede come siamo venuti a conoscenza del locale e se siamo italiani. Per tutto il pranzo sarà al nostro fianco, chiacchierando con noi del più o del meno e illustrandoci la sua filosofia culinaria: tutto homemade e assolutamente no chips!
Quello che ci viene proposto è il meze, il classico menú degustazione che si è solito mangiare a Cipro, tante piccole porzione di tutto un po' da condividere con gli altri, che al 7 St. Georges tavern è un vero percorso gastronomico che spazia da antipasti come yogurt al coriandolo, olive, ravanelli, formaggio e salumi, a piatti sostanziosi tutti di carne, il tutto innaffiato da un vino della casa che non è eccellente, ma ben accompagna i piatti semplici della tradizione cipriota che ci vengono proposti, e un pane casalingo con le uvette.
Ci viene spiegato che il meze si deve consumare con calma, non si deve aver fretta di terminare ed andarsene; noi ubbidiamo e tra una coccola ai gattini che gironzolano per la terrazza e una chiacchiera arriviamo fino alla fine senza colpo ferire!
Decidiamo di lanciarci anche sul dolce, anche questo compartito, e ci vengono portati due assaggi: uno di torta al limone con crema sempre al limone e uno di plumcake alla banana con salsa caramello. Dei dolci semplici, che probabilmente ogni brava mamma ha preparato una volta nella vita per i propri figli o consorti.
Ovviamente non possiamo dire di no a un caffè cipriota (solo Elia, io fuori dall'Italia non bevo mai caffè) e a un ouzo senza ghiaccio, per far scendere tutto il popò di roba che ci siamo fatti fuori.
Il bilancio finale è stato davvero di un'ottima mangiata, il cibo era decisamente homemade, l'intorno fantastico e la sensazione quella di essere quasi in famiglia, per come si viene coccolati dai camerieri (tutti ragazzi giovani che credo siano i figli di George) e dal proprietario stesso che vuole sempre fare una chiacchiera con chi pranza, ringraziando sempre per aver scelto il suo locale.
Il prezzo? 54 euro per entrambi (17 euro a testa per il meze, 4,50 euro i dolci più una bottiglia di vino, due di acqua e il digestivo), non economico, visto poi che Cipro non è carissima in questo senso, ma ne vale assolutamente la pena. Il ristorante (unico slow food dell'intera isola) vi rimarrà nel cuore senza dubbio alcuno, provare per credere!
Alla prossima ricerca del porcello contento!

mercoledì 10 marzo 2010

Pelikan

Ristorante e bar/pub
Blekingegatan 40, 11662 Stockholm
Tel: +46 08 55609090 Web: http://www.pelikan.se/
Chiuso: //
Orario: cena tutti i giorni, il sabato e domenica anche a pranzo
Ferie: //
Coperti: circa duecento su due sale
Prezzi: 30/35 euro per antipasto, piatto principale, dolce e acqua
Carte di credito: tutte


La cena quando sono in vacanza è per me uno dei momenti più importanti del viaggio, dopo un giorno a girare arrivo infatti stanca e affamata, pronta per lanciarmi alla scoperta di nuovi gusti e sapori. Mangiare diventa per me un modo per conoscere il luogo, la sua cultura e la gente che mangia intorno a me.
Questa premessa per farvi capire che non sono decisamente una da "ristorante per turisti", ma cerco sempre un posto conosciuto quasi solamente tra la gente del luogo, dove di solito si mangia meglio e a prezzi più economici.
Questa volta non sono stata del tutto soddisfatta, anche se comunque non me la sento di escluderlo del tutto dai ristoranti di Stoccolma da provare.

Il ristorante si trova nel quartiere della movida di Stoccolma, ossia Södermalm, raggiungibile con la metropolitana scendendo alla stazione di Slussen, e più precisamente in una traversa della via principale ed è abbastanza facile da trovare, anche se noi abbiamo girato un po' prima di vederlo, forse perchè l'insegna è un po' scura.
Appena entrati ci sarà un portiere a cui dovrete dare le giacche (servizio a pagamento quasi sempre obbligatorio che viene dato da quasi tutti i ristoranti) e che vi accompagnerà al tavolo. Noi siamo arrivati e abbiamo dovuto aspettare una decina di minuti, per cui abbiamo bevuto una birra al bar che divide le due sale.
Alla fine si è liberato un tavolo nella sala più piccola (ha una cinquantina di tavoli, praticamente un quarto rispetto all'altra) ed è risultata una cosa molto positiva: decisamente più elegante e più tranquilla, è anche molto ben decorata anche se, come nella sala più grande, anche qui i tavolini sono decisamente troppo attaccati.

Per quanto riguarda il cibo, la carta del menù, che è anche in inglese, è uguale in tutte e due le sale ed ha piatti della tradizione svedese, con qualche intruso e delle rivitazioni sul moderno andante, come l'antipasto che ha preso Elia con l'aringa cucinata e presentata in tre modi diversi.
Altro neo è la poco scelta dei piatti però quello che abbiamo mangiato era proprio buono. A parte l'antipasto appena citato, abbiamo assaggiato un piatto di formaggi locali con qualche marmellatina, le polpette svedesi (sì proprio quelle dell'Ikea!!) e una cheese cake salata, tipica delle zone di campagna.
Anche i dolci sono buonissimi, anche se come sempre da queste parti un po' pesantucci, io ho preso una golosissima torta al toffee, mentre Elia un dolcetto con la marmellata di mora artica, entrambi accompagnati da una pallina di gelato.

Il servizio non è decisamente il punto forte del locale, lentissimo (anche perchè il locale era pieno) e un po' troppo superficiale, ma comunque i camerieri sono gentili e parlano tranquillamente inglese.
Il posto è frequentato veramente da tutti: giovani, adulti, turisti, svedesi...e l'atmosfera è allegra, anche se davvero molto rumorosa! Il prezzo è abbastanza in linea con gli altri ristoranti della città (noi abbiamo speso una sessantina di euro) e qui si assaggia una buona cucina svedese, ma devo ammettere che il ristorante provato qualche sera dopo e di cui parlerò entro breve, mi ha fatto decisamente una miglior impressione!
Alla prossima ricerca del porcello contento!

giovedì 21 gennaio 2010

Tennstopet

Ristorante e bar/pub
Box 6119 Dalagatan, 50 102 32 Stockholm
Tel: +46 08 322518 Fax: +46 08 324818 Web: http://www.tennstopet.se/ Mail: info@tennstopet.se
Chiuso: //
Orario: da lunedì al venerdì dalle 16:00 alle 01:00, sabato pranzo e cena, estivo dalle 13:00 alle 01:00
Ferie: //
Coperti: una cinquatina nel bar/pub un centinaio nel ristorante
Prezzi: circa 15/20 euro a piatto
Carte di credito: tutte



Mangiare a Stoccolma qualcosa di veramente svedese è davvero un'impresa, soprattutto se si decide di rimanere in centro, dove ristoranti cinesi, greci, italiani, messicani e quant'altro pullulano come funghi nel sottobosco. Ma gira che ti gira, alla fine grazie anche a guide e internet, siamo riusciti a trovare qualche posticino che ci ha comunque soddisfatti.
Il Tennstopet è uno di questi ed è un locale che si trova vicino alla fermata della metropolitana a Odenplan, subito dietro alla chiesa di Gustav Vasa, nella zona a nord rispetto al centro città. È abbastanza visibile per quell'orrido neon aranciato che lo fa assomigliare a un fast food del quarto tipo; invece poi, una volta entrati è tutta un'altra storia.
Sia la sala del ristorante, sia quella del bar/pub emanano calore sia in senso figurato, che nel vero senso della parola, data la bellissima abitudine dei paesi nordici a tenere d'inverno temperature tropicali nei locali!
Appena entrati dovrete lasciare la giacca a un tizio che fa anche da buttafuori e che dovrete pagare alla vostra uscita ben 10 corone a cappotto, ossia 1 euro! Non so se sia un uso prettamente della capitale o di tutta la Svezia, ma ci è capitato più volte di dover lasciare (e pagare) obbligatoriamente le giacche che ci saremmo volentieri portati al tavolo!

Per quanto riguarda invece il mangiare qui si può assaporare il vero pasto husmanskost, ossia di cucina casalinga svedese. Sia al ristorante che al bar i piatti sono più o meno gli stessi, solo che i prezzi sono leggermente più alti nel primo, ovviamente, oltre che le porzioni più elaborate.
Noi abbiamo mangiato al bar e abbiamo preso aringhe fritte con l'immancabile purè di patate e filetto su toast con salsa bernaise, asparagi e patate fritte; i piatti sono generalmente molto abbondanti in tutta Stoccolma e anche questi non facevano eccezione, basta davvero solo un piatto per sfamarsi. Come sapori, a parte un salatissimo purè, il resto è stato spazzato via senza tanti complimenti e non solo per fame!
C'erano anche alcuni dolci, tra cui la piccola pasticceria che si trova quasi dappertutto, ma noi abbiamo assaggiato una torta di cioccolato con crema al Cointreau, decisamente un po' troppo pesantina, anche se dal sapore ottimo (fortuna che ne abbiamo presa una per due)!
Aggiungendo le due birre grandi, entrambe svedesi, il conto totale è stato di 535 corone, ossia circa 55 euro, leggermente più basso rispetto alla media degli altri ristoranti da noi visitati.

Il servizio è stato molto cordiale e alla mano, si poteva tranquillamente parlare in inglese (come quasi dappertutto in Scandinavia) ed entrambi i due baristi sono stati davvero molto gentili.
Consiglio almeno una sosta ristoratrice nel bar, anche solo per una birra ,se proprio non volete assaggiare i piatti tipici svedesi, per godere della calda e accogliente atmosfera che si respira all'interno, quasi priva di turisti.
Alla prossima ricerca del porcello contento!

domenica 22 novembre 2009

Oasis sapori antichi

Ristorante
Via Francesco Tedesco, 1 SS 91 bis 83050 Vallesaccarda
Tel: +39 0827 97021 Fax: +39 0827 97541 Web: http://www.oasis.saporiantichi.it/ Mail: rist.oasis@tiscalinet.it
Chiuso: giovedì e la sera dei festivi
Orario: a pranzo e a cena
Ferie: due settimane in luglio
Coperti: un centinaio su due sale
Prezzi: degustazioni da 19 -35 - 40 -45 euro con abbinamento vini 55 -60 -65 euro
Carte di credito: tutte


Il ristorante si trova in un piccolo paesino dell'Irpinia, poco lontano dall'uscita "Vallata" dell'autostrada Napoli-Canosa. Raggiungerlo è piuttosto semplice, in quanto si trova a ridosso della strada che attraversa il paese ed è quindi impossibile perderselo. Non c'è un parcheggio adibito, ma ci sono comunque spazi nei dintorni dove poter tranquillamente lasciare il proprio veicolo.

L'atmosfera è molto elegante, curata davvero nei minimi dettagli, basti pensare che vi è addirittura lo sgabellino per appoggiare la borsa, oltre ovviamente a candele sparse dappertutto e tavoli apparecchiati stile matrimonio dove il colore bianco prevale. Se proprio vogliamo essere pignoli, la sala dove abbiamo mangiato noi era un pochino dispersiva e il nostro tavolo sarebbe stato giusto per quattro/sei persone, non per due...ma veramente sto facendo la pignola! Però ho notato che vi era un saletta un po' più intima, affianco alla principale, probabilmente utilizzata nel caso la più grande si riempia.
I bagni sono eccezionali, con dei bellissimi quadri, uno specchio enorme e, tocco di finezza incredibile per i miei gusti, piccoli asciugamanini da utilizzare per le mani e poi gettare in un gesto di vimini, fantastico! Vi era anche uno smacchiatore nel caso potesse servire.

Per quanto riguarda il menù noi abbiamo scelto una degustazione da 45 euro con abbinata la degustazione dei vini.
Siamo partiti, dopo un appetizer di grissini ancora caldi alla cipolla bagnati da un ottimo Prosecco di Valdobbiadene e il benvenuto della casa (una polpettina con cuore di provola su purè di lenticchie), con l'antipasto della casa: guanciale al pepe nero, prosciutto, ricottina in cestino e un carpaccio di manzo con verdurine di stagione, un ottimo inizio con tutti prodotti locali.
Abbiamo poi assaggiato una zuppa maritata della tradizione campana, che io ho trovato un po' salata, ma che Elia ha letteralmente divorato.
Due assaggi di ravioli, uno meglio dell'altro, il primo ripieno di burrata e di erbette conditi con manteca campana e tartufo irpino, mentre l'altro condito con un sugo alle noci eccezionale!
Passiamo poi al secondo, una carne di agnello cotta per molte ore, davvero molto morbido, con una riduzione di Taurasi.
Elia ha provato anche la degustazione dei formaggi con delle marmellate particolari (speciale quella al peperoncino), che nel conto finale non sono stati conteggiati.
I dolci sono stati fatti personalizzati, io una spuma di ricotta con biscotto salato, non ricordo invece quello di Elia, oltre ovviamente la classica piccola pasticceria. Devo dire che i dolci sono stati la parte più debole della serata, ma comunque sempre con un voto al di sopra della media!
I vini abbinati sono stati un bianco con i primi, un Taurasi con il secondo e un dolce finale, tutti vini della zona e di piccole produzioni.

Un caffè e due ammazzacaffè (un rosolio e un liquore di finocchietto davvero da provare), con un conto totale di 145 euro...bè insomma qualche follia la si deve pur fare no? Una follia che comunque vale davvero la pena e comunque un prezzo che per la qualità mi è sembrato più che adeguato.
Servizio ovviamente impeccabile, il minimo che ci si aspetta per locali del genere, sempre pronto a consigliare e spiegare, ma mai invadente.
Se si vuole si possono inoltre comprare alcuni prodotti come le marmellate, qualche miele, dei sottoli; noi abbiamo preso la famigerata marmellata di peperoncini e un miele di castagno anche questo assaggiato coi formaggi.

Non posso che consigliare questo locale per qualche serata romantica, ma anche per un pasto semplice, in quanto a pranzo vi è il Menù lavoro a soli 19 euro!
Alla prossima ricerca del porcello contento!

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